Sembra piuttosto strano pensare che al posto dei grandi grattacieli presenti oggi a New York un tempo ci fossero campi coltivati e paludi.
La tribù dei Lenape infatti abitava questi luoghi già molto tempo prima che sbarcassero gli europei ed utilizzavano tecniche molto sviluppate per ottenere fruttuosi raccolti dai loro terreni agricoli.
Pare che il nome Manhattan derivi proprio dal suo nome indigeno Manhattas che significa isola. Caso vuole che fosse proprio un esploratore italiano ad approdare lungo le coste di New York, tal Giovanni da Verrazzano il 17 aprile 1524. Finanziato dalla corona francese mappò il fiume Hudson, descrisse i nativi dandone un quadro molto ospitale e gentile, ma non approfondì l’esplorazione del luogo, preferendo dedicarsi alla zona della Nuova Scozia.
Bisogna attendere il 1609 quando gli olandesi decisero di interessarsi ulteriormente a questa fetta di mondo, dando origine qualche anno dopo al primo vero insediamento stabile che prese il nome di Nieuw Amsterdam.
Il governatore Peter Minuit contrattò con i Lenape per fare un baratto: diede loro attrezzi e monili per ottenere in cambio Manhattan ed assicurarsi così un cuscinetto contro le possibili rivendicazioni delle altre potenze coloniali.
A questo episodio seguì la Guerra dei kieft (1643 -1645) in cui morirono sterminati gli indigeni che volevano riappropriarsi delle loro terre.
Il continuo sfruttamento delle risorse degli abitanti da parte dei governatori olandesi portò ad un malcontento generale cosicché, quando arrivò una flotta inviata dalla corona inglese, questa fu subito ben accetta e nel 1664 la città cambiò nome diventando New York e passando sotto il dominio inglese.
Il fiorente commercio e la posizione strategica sul mare fecero diventare New York una grande città dal fiorente sviluppo.
Il 1775 segna l’inizio della Guerra d’Indipendenza, che permetterà alle colonie sul suolo americano di diventare indipendenti dalla loro madrepatria.
Termina così l’era del dominio inglese su New York.
Wall Street divenne sempre più famosa: prima con la scelta della Federal Hall come luogo di incontro del primo Congresso Americano, poi con l’istituzione della Borsa.
New York fu la prima capitale degli Stati Uniti d’America e qui fu eletto anche il primo presidente della storia americana, George Washington.
Dopo la fine della Guerra Civile che coinvolse gli stati nordisti e sudisti, l’immigrazione a New York crebbe di cifre astronomiche. Data la sua posizione e il suo accoglimento verso chi vi si recava per trovare una nuova vita, ottenne dalla Francia nel 1886 un dono, ancor oggi simbolo della città, la Statua della Libertà.
Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 il potere frammentario venne accorpato in unica entità e vennero costituiti le cinque zone della città, che oggi caratterizzano i 5 sobborghi (Manhattan, Queens, Bronx, Staten Island e per finire Brooklyn).
Ecco l’inizio di una nuova era, caratterizzata dalla costruzione di ponti, dall’incremento della rete ferroviaria e della metropolitana, a cui seguirono come funghi i diversi grattacielo che svettavano nel cielo della città.
Ma anche la Big Apple risentì del proibizionismo e delle azioni delle bande di malavitosi che prosperavano negli anni ‘20, così come subì un duro colpo a causa del crollo della Borsa e della Grande Depressione.
La data del 11 settembre 2001 segna non solo la città di New York ma tutto il mondo, è il giorno in cui le Torri Gemelle crollarono sotto gli occhi di tutti a seguito di un dirottamento aereo che centrò uno dei due edifici causando danni immani.
Un evento che nessuno potrà mai dimenticare e dal quale la città ha saputo riprendersi e rifiorire
come ha sempre fatto nel corso del tempo.